Questo scritto è il pre-testo, cioè qualcosa che anticipa il vero contenuto della prima personale di Stefano Spera intitolata “anchor points” nella città di Udine presso SMDOT/Contemporary Art, che può essere svelato allo spettatore guardante soltanto successivamente all’installazione della mostra. Le opere, la relazione con lo spazio e con coloro che guardano sono sempre fondamentali per l’attivazione di un pensiero simbolico, ancora di più, in questo caso. Stefano Spera ha progettato e costruito con le sue opere pittoriche un’installazione site-specific. Si è appropriato dello spazio, ha deciso di abitarlo, di creare un ambiente, interno ed esterno, nel quale riflettere e sperimentare attraverso il medium della pittura il nostro essere in una estensione a due, a tre o più dimensioni. Uno spazio di passaggio, un “tra”, una casella vuota, che permette sempre la possibilità del movimento, ci induce a essere sempre in movimento, una soglia, dalla quale entrare ed uscire, un filtro nel quale lasciare tracce tra reale e virtuale.
I singoli lavori, collocati o appoggiati, alle pareti e al pavimento, si aprono ad uno sguardo unico, profondo, ma rimandano, nello stesso tempo, ad uno di insieme, creando sensazioni di spaesamento, curiosità, attrazione, incanto, riconoscimento. La nostra complessità cognitiva che ci da accesso al linguaggio articolato, distinguendoci come umani, si esprime manipolando simboli. Parlando e usando il computer manipoliamo simboli, raccontiamo storie. L’inizio per una storia interessante non può che essere un mito, nel caso di questo progetto inedito di Stefano Spera, il mito scelto è quello di Hermes. Il messaggero degli dei, figlio di Zeus e della Pleiade Maia.
Nella mitologia romana Hermes corrispondeva a Mercurio dove diventa anche dio dei commerci e dei ladri. Nelle varie storie è dio interprete, messaggero, ladro, ingannatore nei discorsi, pratico degli affari grazie alla sua capacità di usare il linguaggio, infatti si dice che suo figlio fosse il logos (la parola e il pensiero).
Cercando, archiviando, navigando, attivando connessioni, il mito, il mito di Hermes, è il dispositivo, per sua natura archetipa, che ci conduce con la sua storia, la sua immagine, le sue connessioni simboliche attraverso spazi differenti, spazi che riconosciamo come veri, come credenze popolari, come storie inventate, ma comunque vere in quanto documentante nel grande archivio digitale. Stefano Spera, ci apre, ci spinge ad un’osservazione curiosa, critica, profonda, verso una nuova immaginazione in grado di scoprire i nostri bias cognitivi attraverso la figurazione espressa dalla pittura. Una pittura che non si limita ad illustrare, ma individua e rappresenta una sensazione presente riuscendo a fissarla, creando un punto di ancoraggio, una traccia del nostro passaggio, una possibilità di ritorno, di orientamento e riconoscimento di un reale che si compone sempre anche di ciò che ancora non si è realizzato, di un reale in potenza, di un virtuale. Stefano trasforma SMDOT/Contemporary Art in un’oasi dove è possibile fermarsi e dissetarsi, ma dove non è possibile distrarsi, dove è abbandonato qualsiasi elemento spettacolare a favore di un’affascinante complessità.
The Net (Hermes), l’immagine digitale del busto incompleto di Hermes di Prassitele viene rappresentato con un olio su una tavola triangolare, appoggiato sul pavimento in un angolo della galleria, altera lo spazio, altera le nostre abitudini visive. Figurazione, supporto, posizione, agiscono contemporaneamente chiudendo ed aprendo il nostro sguardo, creando collegamenti con la nostra memoria, la nostra immaginazione, la nostra navigazione.
FONS MERCVRII, Street View, olio su tavola e stampa su vinile, è la riattivazione di un luogo magico, che garantiva la protezione del dio negli affari, donava eloquenza ed astuzia, purificava dalle truffe commesse, proteggeva chi intraprendeva un viaggio. Una fonte dove oggi non c’è più l’acqua, resta la sua traccia nella posizione originale a Roma, una fonte virtuale, che mantiene nella memoria e nella sua presenza pittorica, all’interno dello spazio espositivo, le contraddizioni del suo rito e delle sue credenze offrendole ad un reincanto.
VR Filters (The Net), unastampa su vinile, posizionata in una nicchia della galleria, diventa una porta di accesso tra lo spazio fisico con uno virtuale, uno sfondamento prospettico che appare volutamente corretto solo da un unico punto e che idealmente distorce lo stesso spazio fisico rimandando ad uno virtuale speculare. Infatti all’interno di questa prospettiva si vedono alcuni filtri rossi, che richiamano visivamente delle colonne doriche, e sono posizionati nello stesso punto in cui è collocato nella galleria fisica l’Hermes di Prassitele, dandone appunto una chiave di lettura simbolica.
TEMPLE NOT TEMPLE, Earth View, olio su tavola e stampa su vinile, è un’immagine sospesa, ingannevole, nella quale vi è la ricostruzione pittorica del tempio di Mercurio a Baia (frazione di Bacoli, Napoli), anche in questo caso, la figurazione pittorica, raccoglie e formalizza una credenza popolare, in quanto questo luogo non è stato mai un luogo di culto, ma un impianto termale di epoca romana. La texture (stampa su vinile), mette in evidenza i punti di ancoraggio del marmo che rivestiva la struttura in passato.
I punti di ancoraggio, “anchor points”, che danno il titolo alla mostra rappresentano il tentativo da parte di Stefano Spera di mostrarci la pittura, i suoi lavori, in particolare, come oggetti di resistenza che documentano tracce inducendoci a combattere contro un eccesso di potere del presente a favore di una possibilità di futuro e per questo motivo con grande sagacia ci propone altre cinque tavole dipinte di piccole dimensioni, The Hermes transition, Check point, Access point, Like a window, The choice and the chance, per metterci alla prova, per sfidarci, per darci la possibilità, per esercitarci alla ricerca di altri punti di ancoraggio necessari per non abbandonare la voglia di riconoscere il reale nella sua complessità.
Stefano Monti
This text is a pre-text, that is, something that precedes the true content of anchor points, Stefano Spera’s first solo show held at SMDOT / Contemporary Art in Udine. The content of the exhibition can be revealed to the viewer only after the exhibition has been installed. The works, their relationship with the space they are in and with the viewers are always fundamental for the activation of symbolic thought, even more so in this case. Stefano Spera has designed and created a site-specific installation with his paintings. He made the space his own, he decided to inhabit it and to create an space, both internal and external, in which to reflect and experience through the medium of painting our being in two, three or more dimensions. This is a space of passage, something in between, an empty box, which always allows for the possibility of movement, inviting us to constantly be in motion, a threshold from which to enter and exit, a filter in which to leave traces that lay between the real and the virtual.
The individual works are hung on the walls or set on the floor. They each invite a profound individual attention, but at the same time the lead to a view of the whole. They leave the viewer with a feeling of disorientation, curiosity, attraction, enchantment and recognition. Our cognitive complexity that gives us access to articulated language and distinguishes us as humans, is expressed by manipulating symbols. When we talk or use the computer, we manipulate symbols and tell stories. Myths are a fitting beginning for an interesting story. In the case of this new project by Stefano Spera, the myth chosen is that of Hermes: the messenger of the gods, son of Zeus and the Pleiades Maia. Hermes is the counterpart of Mercury in Roman mythology; he was also believed to be the god of trade and thieves. In the various stories he is a divine interpreter, messenger, thief, deceptive speaker and good at trade thanks to his language skills: indeed, it was also said that his son was logos (speech and thought).
When we are searching, archiving or browsing, we are activating connections. Mythology and the myth of Hermes, with its history, images, symbolic connections and archetypal nature, is the device that leads us through different spaces. We might recognize these spaces as true, as popular beliefs or invented stories, but true nevertheless as they are documented in the great digital archive. Stefano Spera opens our perception, leads us to a curious, critical, profound observation and towards a new imagination, capable of discovering our cognitive biases through the figurative nature of painting. This painting does not only illustrate, but also identifies and represents a current sensation, managing to fix it. It creates an anchor point, a trace of our passage, a possibility of return, orientation and recognition of a reality that is always also composed of what has not yet been realized, of a potential reality, of something virtual. Stefano transforms SMDOT / Contemporary Art into an oasis where one can stop and quench one’s thirst, but where it is not possible to be distracted, where any spectacular element is abandoned in favour of a fascinating complexity.
The Net (Hermes). The digital image of the incomplete bust of Hermes of Praxiteles is painted in oil on a triangular panel, placed on the floor in a corner of the gallery: it alters the space and alters our visual habits. Figuration, the support and the position act simultaneously by closing and opening our gaze, creating links with our memory, our imagination and our navigation.
FONS MERCVRII, Street View, oil on panel and print on vinyl, is the reactivation of a magical place which guaranteed the god’s protection in business, bestowed eloquence and cunning, gave absolution for deceptions that had been committed, and protected those setting off on a journey. This is a spring where there is no longer any water, but the traces remain in the original position in Rome: a virtual wellspring, which through its memory and its pictorial presence in the exhibition space, still maintains the contradictions of its rituals and beliefs, offering them to a re-enchantment.
VR Filters (The Net), a vinyl print, positioned in a niche in the gallery, becomes an entrance between the physical space and the virtual one, a breakthrough in perspective that deliberately only looks right from a specific point and that distorts the physical space itself summoning a virtual, specular one. A number of red filters can be seen in this perspective which visually evoke Doric columns. They are positioned in the same point where the Hermes of Praxiteles is located in the physical gallery, giving it a symbolic interpretation.
TEMPLE NOT TEMPLE, Earth View, oil on panel and print on vinyl, is a suspended, deceptive image, showing the pictorial reconstruction of the temple of Mercury in Baia (in the Bacoli area of Naples). Once again in this case, the pictorial figuration captures and formalizes a popular belief, as this place was never a place of worship, but rather a spa from the Roman era. The texture (print on vinyl) highlights the anchoring points of the marble that covered the structure in the past.
These anchor points, which give the exhibition its title, represent Stefano Spera’s attempt to show us that painting, and his works in particular, are objects of resistance. They document traces, calling on us to fight against the excessive power of the present in favour of a possible future. For this reason and with great sagacity the artist includes five other small painted panels: The Hermes transition, Check point, Access point, Like a window and The choice and the chance, to test us, to challenge us, to give us the possibility, to practice looking for more anchor points, which we need not to abandon the desire to see reality in its complexity.
Stefano Monti
For all SMDOT/contemporary art exhibitions, a playlist will be created by Steve Nardini, the heart and soul of KOBO SHOP and a great musical expert. The following songs and artists have been selected for Stefano Spera and his solo exhibition "anchor points”