13.04 | 01.06.2024

HEAD IN THE CLOUDSNoemi Durighello

*RE-SIGNATION

Un asterisco ed una parola con un trattino, con un suono che conduce alla lingua inglese, sono i punti di partenza della programmazione artistica di SMDOT/Contemporary Art che vedrà coinvolti cinque artisti, con le loro relative personali nell’arco temporale del 2024.

L’asterisco che solitamente rimanda ad una ulteriore spiegazione diventa l’inizio e RE-SIGNATION, con il suo riferimento italiano RAS-SEGNAZIONE, rappresenta il piano concettuale all’interno del quale i singoli artisti coinvolti inseriranno la loro ricerca. L’obiettivo ambizioso è quello di sviluppare la feconda intuizione del filosofo italiano Franco Berardi “Bifo” descritta nel suo libro “DISERTARE” pubblicato nel 2023, dove l’invito è provare a deviare da una traiettoria depressiva, verso la quale stiamo andando, ad una di             ri-significazione. L’invito è quello di leggere il libro, in cui compaiono per la prima volta queste parole, in modo da avere più chiaro l’interessante percorso. In questo contesto c’è una mia appropriazione dell’uso creativo fatto della parola RAS-SEGNAZIONE che con l’inserimento del trattino inventa un nuovo significato e lo avvicina alla parola RE- SIGNATION con l’obiettivo attraverso la pratica artistica di cogliere l’invito di “Bifo” ad abbandonare i meccanismi abituali nei quali ci siamo incastrati ed attribuire nuovi significati ai segni ed ai simboli che ci circondano in un orizzonte totalmente cambiato. Siamo vissuti, fino alla fine del secolo scorso, guardando e muovendoci sempre più velocemente con un’idea di progresso infinito, quindi con l’idea di un orizzonte sempre in continuo allontanamento, oggi, abbiamo compreso che il nostro orizzonte è un orizzonte finito, quindi è tempo di modificare le “regole del gioco” altrimenti saremo tutti perdenti. Filosofia ed arte, possono essere due vettori di questo cambiamento, stimolando quella minoranza di individui disponibili ad accettare questa metamorfosi ed a costruire un nuovo milieu.

Cosa sono le nuvole?

Il secondo appuntamento del 2024 di SMDOT/Contemporary Art, impegnata quest’ano nel confrontarsi con un nuovo progetto curatoriale denominato 

RE-SIGNATION*, porta per la prima volta a Udine la personale di Noemi Durighello, artista emergente italiana, residente a Dresda.

“HEAD IN THE CLOUDS”, è il titolo della mostra, scelto dall’artista. Una sorta di dichiarazione d’intenti, un monito per il guardante e nello stesso tempo una prima introduzione alla sua ricerca. Una serie di dipinti, olio su tela, inediti, di media e grande dimensione accolgono lo spettatore invitandolo a guardare le cose che lo circondando con modalità differenti. 

In opposizione a quello che ci è stato detto sempre da bambini, ma forse anche da adulti “Stai attento! Guarda dove metti i piedi”, un invito, quindi, a stare concentrati sul contesto, su ciò che ci è più vicino, Noemi non ha paura di distrarsi e distrarci, di rischiare di inciampare, di provocare la risata di chi vede cadere qualcuno accidentalmente in una buca, di fare il contrario di quello che viene raccomandato. 

La cosa ci riporta alla mente l’aneddoto raccontato da Platone, nel Teeteto, metafora, che tenta, senza riuscirci, di spiegare il concetto di sapienza, dove Talete, scienziato, filosofo, dell’antica Grecia, intento ad osservare gli astri, cade in un pozzo, provocando così l’ilarità dell’intelligente servetta di Tracia, figura letteraria, dando origine, probabilmente, con la sua fragorosa risata alla più importante speculazione ancora in atto sul pensiero occidentale. 

Ancora oggi viviamo la contrapposizione tra chi riesce brillantemente a districarsi tra le, spesso apparenti, complessità quotidiane, della vita pratica e coloro i quali si dedicano ad una ricerca teoretica che spinge l’evoluzione del pensiero verso vette sempre più alte, ma gestendo con più difficoltà gli “inciampi” nelle attività quotidiane. 

Del resto la caduta altrui fa sempre ridere, ma è anche fonte di creatività, ci mette in una posizione differente, spesso scomoda, obbligandoci alla ricerca di nuove soluzioni, punti di vista non ancora esplorati, ci induce a cercare strade alternative e nuovi alleati disposti a tirarci fuori dalla buca.

Noemi è molto attratta dagli oggetti del mondo reale e digitale che la circondano, e, che ci circondano, la sua attenzione, la sua curiosità, la sua attitudine al gioco la porta ad eccedere il linguaggio che li definisce e che ci permette di riconoscerli. Utilizzando una pratica fortemente estetica, attraverso la figurazione pittorica, i suoi lavori sono in grado di regalarci la possibilità di percepire, o meglio, di addentrarci, in quel di più che si ritrae e sfugge nella realtà quotidiana che abitiamo. I suoi ritratti verticali, sono ritratti di oggetti, di parti di essi che non riusciamo a riconoscere immediatamente. Sono il tentativo di fermare, formalizzare un processo di decostruzione continuo, profondo, intenso, di ogni cosa che determina il nostro ambiente. La voglia di concentrarsi su un nuovo dettaglio, una nuova differenza, una nuova conoscenza che parte da una semplice intuizione ed ha bisogno di tempi propri per la sua definizione, per arrivare ad una definizione mai completa che ha bisogno anche dello sguardo curioso dello spettatore che deve accettare la sfida di immergersi in un caos minimo.

Un caos minimo dove il soggetto diventa l’oggetto, dove l’uomo può sembrare in una prima fase depotenziato, ma che grazie alla pratica artistica acquisisce la possibilità di una visualizzazione e conoscenza altra, imparando a coesistere con un’ontologia orientata agli oggetti e di conseguenza aumentando notevolmente la conoscenza della realtà che ci circonda senza l’idea di appropriazione. 

I titoli dei lavori esposti in mostra di Noemi, Conformity, Erase/Rewind, Dependency, Cloud, Hand in the clouds, An Eye for an Eye, Flying Objectc/Boeing, possono essere un aiuto alla lettura della rappresentazione, sono soglie di senso, ma sono solo un punto di partenza, sono un invito ed una provocazione a superare il conosciuto, a rimanere curiosi ed a rinnovare la nostra capacità di incanto verso ciò che ci circonda, una delle possibilità che sicuramente ci viene offerta quando dedichiamo la nostra attenzione alle opere d’arte.

Eccoci ritornati alle nuvole, che sono state il pretesto (pre-testo) di questo progetto e il tentativo da parte mia di introdurre il lavoro di Noemi. 

Nel 1969 Pier Paolo Pasolini girò un breve film “Che cosa sono le nuvole?”

nella scena finale due burattini, interpretati da Totò e Ninetto Davoli, che a loro volta interpretano Otello e Jago, personaggi shakespeariani, recisi i fili della loro quotidianità, vita-rappresentazione, scartati, entrano nel mondo reale, che altro non è che una discarica, ma dalla quale si può vedere il cielo e con esso le nuvole. Entrambi non conoscono, non riconoscono, l’oggetto nuvole, non riescono a darne una definizione, ma ne restano colpiti, meravigliati. 

Cosi come Otello e Jago, nel film di Pasolini, oltre il tunnel delle interpretazioni assegnate, anche solo per un attimo, proviamo ad affrontare con lo stupore che meritano la straziante e meravigliosa bellezza degli oggetti che ci circondano facendoci guidare dalla pittura di Noemi, senza per forza assegnare una definizione esatta, ma cercando comunque di arrivare ad una nuova conoscenza.

Stefano Monti

*RE-SIGNATION

An asterisk and an English-sounding word with a dash, are the starting points for the artistic programming of SMDOT/Contemporary Art that will involve five artists, presenting their solo shows throughout 2024.
The asterisk, which normally leads to a further explanation, here marks the beginning, and RE-SIGNATION, referring to the Italian term RAS-SEGNAZIONE, represent the conceptual field within which each individual artist’s research will unfold. The ambitious goal is to build on the fruitful intuition of the Italian philosopher Franco Berardi, also known as “Bifo”. In “DESERTING”, his 2023 book, he advocates for all of us to try to deviate from the current depressive trajectory, towards one of re-signification. The invitation is to read the book, in which these words appear for the first time, in order to better understand this interesting path. In this context, my appropriation of the creative use of the word RAS- SEGNAZIONE brings it closer to the word RE-SIGNATION with the insertion of the hyphen: it invents a new meaning with the objective of accepting Bifo’s invitation through artistic practice, abandoning the habitual mechanisms we are stuck in and attributing new meanings to the signs and symbols that surround us in a totally transformed landscape. Until the end of the last century, we were watching and moving faster and faster with an idea of infinite progress, that is, with the idea of an ever-expanding horizon. Today, we have understood that our horizon is a finite one, so it is time to change the “rules of the game” otherwise we will all be losers. Philosophy and art can be agents of this change, stimulating that minority of individuals willing to accept this metamorphosis and build a new milieu.

  

What are clouds?

The second exhibition this year at SMDOT/Contemporary Art, pursuing a new curatorial project called RE-SIGNATION* in 2024, presents the first solo exhibition in Udine by Noemi Durighello, an emerging Italian artist, who lives in Dresden.
“HEAD IN THE CLOUDS” is the title of the exhibition chosen by the artist. It is a sort of declaration of intent, a warning for the viewers and at the same time an initial introduction to the artist’s research. A series of previously unseen medium and large scale oil paintings welcome the viewer, inviting them to look at the things that surround them in different ways.
They seem to contradict what we were always told as children, and perhaps also as adults: “Be careful! Watch where you’re walking”, an invitation, therefore, to stay focused on the context, on what is closest to us. Noemi is not afraid of being distracted and distracting us, of running the risk of falling, of causing hilarity by accidentally falling into down hole, of doing the opposite of what is recommended.
This reminds us of the anecdote told by Plato in the Theaetetus: it is a metaphor, an unsuccess attempt at explaining the concept of wisdom. It tells of the Ancient Greek scientist and philosopher Thales being so busy looking at the stars that he fell into a well, provoking the hilarity of the intelligent Thracian servant girl, the raucous laughter of this fictional character probably starting one of the most important ongoing arguments in Western thought.
We still see that contrast between those who brilliantly manage to extricate themselves from the often-apparent daily complexities of practical life and those who dedicate themselves to theoretical research pushing the evolution of thought towards ever greater heights, but struggling with the “stumbling blocks” of daily activities.
After all, it is always funny to see people stumble, but it is also a source of creativity, it puts us in a different, often uncomfortable position, forcing us to look for new solutions, points of view that have not yet been explored, and it leads us to look for alternative paths and new allies willing to pull us out of the hole.
Noemi is very attracted by the objects of the real and digital world that surround her and us. Her attention, her curiosity, and her attitude to play leads her to go beyond the language that defines them and allows us to recognise them. Her works and her strongly aesthetic artistic practice, through pictorial figuration, give us the possibility of perceiving, or rather, of exploring, that which eludes us in everyday reality. Her vertical paintings are portraits of objects, of parts of them that we cannot immediately recognize. They are an attempt to seize and formalise a continuous, profound, intense process of deconstruction of everything that determines our surroundings. They stem from the desire to focus on a new detail, a new difference, and a new knowledge which stems from a simple intuition and needs time to be defined, attempting to reach a definition that is never complete. It also needs the viewer’s curious gaze, who must also accept the challenge of delving into a minimal chaos.
In that minimal chaos, the subject becomes the object. It may at first seem that the human being is weakened by this, but thanks to artistic practice, they acquire the possibility of a different visualisation and knowledge, learning to coexist with an object-oriented ontology and consequently greatly increasing the knowledge of the reality that surrounds us without the idea of appropriation.
The titles of Noemi’s works, Conformity, Erase/Rewind, Dependency, Cloud, Hand in the clouds, An Eye for an Eye, Flying Object/Boeing, can help with reading the representation, they are thresholds of meaning, but they are only a starting point, they are an invitation and a provocation to go beyond what is known, to remain curious and to renew our ability to be enchanted by what surrounds us. That is certainly one of the opportunities that is offered to us when we devote our attention to works of art.
Let’s come back to clouds, which were the pretext (pre-text) of this project and an attempt to introduce Noemi’s work.
In 1969 Pier Paolo Pasolini directed the short film “Che cosa sono le nuvole?” (What are Clouds?)
In the final scene two puppets, played by Totò and Ninetto Davoli, interpreting Shakespeare’s Othello and Iago, cut the strings that govern their everyday life and representational world, discarding them. They enter the real world, which is nothing more than dumping ground, but from which the sky and the clouds can be seen. Neither one of them knows what clouds are or recognise them, they can’t give a definition for them, but they are struck by them and amazed.
Just like Othello and Iago in Pasolini’s film, by stepping outside the tunnel of assigned interpretations, even just for a moment, we can try to address the heart breaking and wonderful beauty of the objects that surround with the astonishment that deserve, as we are guided by Noemi’s painting, without having to give an exact definition, but still trying to reach a new understanding.

  

Stefano Monti